Nino D’Angelo, un artista talmente grande che persino Miles Davis era un suo fan. Talmente grande da vincere un David di Donatello nel 1998. Tutti ne ricordano il look caratteristico, il lungo caschetto biondo, che a un certo punto è sparito. Ecco perchè.
Nino D’Angelo, leggenda della musica
Quando si parla di lui non servono presentazioni: tutti conoscono il nome del grande cantautore napoletano. In una lunga intervista rilasciata al quotidiano Il Corriere della Sera Nino D’Angelo si racconta, rivelando particolari inediti della propria vita personale. Sin dagli esordi il suo look era immediatamente riconoscibile: un lungo e biondissimo caschetto con la riga in mezzo, che ne incorniciava il volto giovane. Questo era il volto con il quale appariva nei numerosi film di cui è stato protagonista, come i celebri Il ragazzo della curva B e Nu jeans e na maglietta. Sino al 1991 il cantautore ha mantenuto questo look, molto amato dai suoi fan. Poi, improvvisamente, il cambio drastico.
Il drastico cambio di look
“Quando è morta mia madre, mi è venuta la depressione. Avevo il successo, finalmente a mammà non mancava niente e se n’è andata all’improvviso. Mi sono ripreso quando ho visto mio figlio Toni con un mio vestito addosso, era bellissimo e ho pensato: non posso stare così, ho due figli. È nato un altro Nino, un Nino padre, basta canzoncine“. Con queste parole il cantante descrive il motivo del cambio netto, che ha segnato anche una svolta importante nella carriera artistica.
Da quando ha cambiato taglio di capelli, infatti, Nino ha cambiato anche il soggetto delle proprie canzoni. Non più “canzoncine”, come le chiama lui stesso, ma testi impegnati, che narrano il quotidiano e le storie delle persone. In particolare, come dice lui stesso, “gli ultimi. Il sociale. Nel nuovo disco, Chillo è comme a te è su un ragazzo di colore che parla napoletano. Prima avevo fatto Italia bella, che se l’avesse scritta un altro ne avrebbero parlato tutti: “Italia c’a nun va’, l’Italia cu troppi ricchi ca nun vonno pava’…”. Bella, invece, parla di Napoli senza nominarla: “Bella ca nun tiene l’uocchie, ma quanta vote e chiagnuto…”. Vorrei essere conosciuto per Bella e per Ciucculatina d’a ferrovia“.