Sergio Japino, per anni compagno di vita di Raffaella Carrà, rompe il silenzio sugli ultimi mesi di vita della regina della tv: “Una forza inarrestabile”
Questo 2021, che quanto a lutti, e non solo per colpa della pandemia di Covid, non è stato da meno al 2020, annus horribilis ormai per antonomasia, ha visto anche, tra gli altri, l’inopinata scomparsa dell’unica, vera regina della televisione: Raffaella Carrà. La sua morte è stata un autentico fulmine a ciel sereno che ha spiazzato non solo i fan ma anche molte delle persone che in questi anni erano state al suo fianco, alcune delle quali non erano a conoscenza del fatto che la diva della televisione da qualche anno stava conducendo una dura battaglia contro una grave malattia, un tumore ai polmoni, che alla fine ha avuto la meglio su di lei.
D’altronde, la volontà di Raffaella Carrà è stata quella di tenere la malattia per sé mostrandosi quindi sempre sorridente in tv come a voler esorcizzare il terribile male che la stava consumando: un addio al suo pubblico, quindi, ancora più doloroso in quanto del tutto inaspettato.
Raffaella Carrà, la malattia. “Una forza inarrestabile”
Non sono stati semplici gli ultimi anni di vita di Raffaella Carrà nonostante si mostrasse ai fan sempre allegra e apparentemente serena proprio per non far trapelare all’esterno nulla della sua difficile e tribolata lotta contro il tumore ai polmoni, per complicazioni legate al quale le sue condizioni di salute si sono irrimediabilmente aggravate tanto da spegnersi lo scorso 5 luglio 2021.
A spezzare il silenzio sugli ultimi mesi di vita di Raffaella Carrà è stato, quindi, proprio Sergio Japino, per anni suo compagno nella vita e nel lavoro in qualità di regista e coreografo di molti dei suoi successi televisivi, così come riportato anche dal portale ilsussiario.net, con una nota diffusa alla stampa: “Una forza inarrestabile la sua che l’ha imposta ai vertici dello star system mondiale, una volontà ferrea che fino all’ultimo non l’ha mai abbandonata facendo sì che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza”.