Aveva solo 47 anni, ex modella oggi imprenditrice, due figli: è morta, nella sua casa di Mogliano Veneto, Maria Chiara Gavioli detta Lady Gavioli.
È scomparsa Maria Chiara Gavioli, nata in una famiglia di imprenditori e imprenditrice lei stessa, con un passato da modella che non le ha impedito di vivere tra mille fragilità e insicurezze. L’ha trovata, riversa in bagno, la colf che ha subito dato l’allarme ma il medico non ha potuto far altro che accertarne la morte per cause naturali. Nella stanza sono stati rinvenuti diversi farmaci, che la donna prendeva abitualmente per placare un malessere di fondo.
Lady Gavioli, così era chiamata, viveva da anni in una bella villa di Mogliano Veneto, provincia di Treviso, con i due figli di 15 e 9 anni. Bellissima a 47 anni, era tuttavia afflitta da un senso di malessere e insicurezza che rendeva mutevole i suoi stati d’animo: poteva passare da “Sono stata male ma ora sto benissimo” a “Nessuno mi considera” a propositivi “Cosa facciamo? Dove andiamo?”
Il fisico perfetto rivelava un passato da modella e la prevedibile incursione ne mondo del calcio e dei calciatori, del resto il calcio era una passione di famiglia visto che il padre era stato a un passo dal comprare il Venezia ai tempi di Zamparini. Negli anni ’90, un grande amore con Massimiliano Allegri, oggi allenatore della Juventus, allora giocatore tra le file del Padova.
“Ero la sua fidanzata segreta – diceva – È stata una storia importante, durata anni, l’ho anche seguito nei suoi spostamenti. Siamo andati insieme a Napoli, ma lui mi ha sempre tenuto fuori dall’ufficialità. Alla fine mi sono stancata e l’ho lasciato. Adesso lo detesto perché ho capito che mi ha usata“: parole dure nei confronti di Allegri, considerato un vero tombeur de femmes.
Dopo la giovinezza dorata per Maria Chiara Gavioli sono arrivati i figli: un figlio da un artista veneto, più avanti una figlia da un rugbista, successivamente il matrimonio quidi il divorzio. Ma anche alcune grane giudiziarie: rimase coinvolta nei problemi dell’azienda del fratello Stefano, prima con l’accusa di appropriazione di fondi, poi con quella di illeciti in materia fiscale e ambientale connessi alla gestione dell’impianto di smaltimento rifiuti di Alli.
Lei provò a discolparsi: “Io non ne so nulla di finanza e di aziende. Lo so che è difficile da credere ma non sapevo nemmeno di far parte del consiglio di amministrazione, è stato mio fratello a inserirmi senza dirmi nulla, pensa che sia scema“. L’inchiesta si concluse con una condanna a quattro mesi per il fratello.