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Gossip

Pierò Pelù, la confessione su Raffaella Carrà: a The Voice dietro le quinte….

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Laura Gorini

El Diablo è arrivato al compimento dei suoi 60 anni. Stiamo -ovviamente- parlando del rocker fiorentino Piero Pelù, la cui militanza nei Litfiba vanta moltissimi anni, compresa la reunion avvenuta nel primi Anni 2010 dopo una prolungata assenza.

Il cantante narra del suo passato e racconta di essere riuscito a sottrarsi a quello che – per parafrasare il titolo del grande successo dei Litfiba datato 1990 – può definirsi un autentico “demone” che ha letteralmente portato via molti dei suoi amati colleghi. E riguardo alla mitica Raffaella Carrà

Pierò Pelù, neo sessantenne, racconta: ” La Carrà fumava come una camionista”…

Eh sì, noi pensiamo che per i rocker il tempo si fermi, vedendo i loro look quasi sempre giovanili, trasgressivi e sgargianti che nel nostro immaginario collettivo non sono associabili ad una persona di una certa età, ma non è- in realtà- affatto così!

Difatti è appena arrivato a compiere 60 anni il mitico Piero Pelù, da molti anni definito una leggenda del rock italiano.

Il rocker racconta di quando ha avuto modo di conoscere la compianta Raffaella Carrà nel lontano Festival di Sanremo del 2001: “Nel 2001 mi fece fare un monologo sulle mine anti-uomo, quando non si usava parlare d’altro, come oggi. Da allora l’ho amata svisceratamente. Tanto più a The Voice, dove abbiamo fatto coppia fissa. E dove ho scoperto che fumava come una camionista turca: pensi un po’, il rocker che doveva rimproverare la conduttrice perbene”, ha dichiarato in una recente intervista per il Corriere della Sera l’artista toscano.

E’ sempre stato lontano dalla droga

El Diablo ha poi proseguito il racconto della sua vita, parlando della carriera dei Litfiba e di quel demone maledetto che porta il nome di eroina, dalla quale il cantante si è sempre sapientemente sottratto: “E’ stato il nostro Vietnam negli anni 80, per l’eroina ho perso più che un compagno di band, un fratello, Ringo De Palma. Io la odiavo e mi preoccupa che stia tornando di nuovo e che  i ragazzi di oggi non sappiano cosa significhi.”

“Abbiamo toccato delle corde che non pensavamo, ciò che sentivamo noi, sentiva il pubblico. Non ho mai fatto musica con intenzioni mercenarie; era il solo modo per salvarmi dal mio disagio, dalla mia inadeguatezza, dalla mia ombrosità, dalla mia solitudine, dalla mia timidezza”, racconta poi Piero parlando della genesi dei Litfiba e dei loro continui successi sino a giungere ai tempi attuali, dove è in preparazione quello che sembra dover essere il tour d’addio della band chiamato- non a caso- L’Ultimo Girone.

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La verità sulla “paternità vocale” di un brano cantato

Il cantante -inoltre- ha smentito quella che era diventata una voce di corridoio assai potente sul suo passato musical. Quale? In pratica  si vociferava che fosse la sua voce a cantare la versione italiana della sigla di un cartone animato molto conosciuto e amato della vecchia generazione: stiamo parlando di Jeeg Robot.

Questa la dichiarazione di Piero riguardo all’interpretazione del brano in questione: “Ah ah, magari. No, si chiamava Roberto Fogu il cantante. Forse l’equivoco è nato dal fatto che entrambi i nostri cognomi finissero per “u”. Comunque poi l’ho incisa anch’io”.