Sembra che ora, come si sente sovente dire in moltissimi notiziari al giorno d’oggi, la ripresa economica sia in risalita. Ma sarà davvero così? Sarà vero che ci saranno più soldini per tutti?
Durante il primo ed estenuante lockdown girava voce che – dovendo ovviamente la gente fare ingenti riserve di cibi e di prodotti – il fatturato dei supermercati fosse aumentato a dismisura. Vediamo oggi le ultime novità riguardanti il mondo dello shopping alimentare…
Notizie che giungono oggigiorno dal fondatore della catena di supermercati MD in un’intervista rilasciata a Il Mattino ove parla dei rincari dovuti al boom dell’energia e delle materie prime, ci hanno fatto- come si suol dire- rizzare i capelli ben dritti sopra la testa! Dunque dovremo spendere più soldi per fare la spesa? Ma i rincari che cosa riguarderanno, più nello specifico?
“Noi aumenteremo un po’ i prezzi cercando di contenerli al massimo, ma speriamo di conquistare nuovi consumatori e che questi, quando confronteranno i nostri prezzi con quelli degli altri supermercati, ribadiranno la nostra competitività”.
Secondo Podini dopo i rincari di ferro e alluminio e l’esplosione dei costi dei noli dalla Cina, gli aumenti sono difficili, se non addirittura impossibili, da prevedere e da calcolare con esattezza.
E per spiegare meglio la faccenda ha poi tosto aggiunto:” Vuole un esempio? I pomodori rossi. I costi per un chilo o una scatola di pelati arriveranno ad agosto, quando ci saranno i primi confezionamenti, al 25% in più di oggi”.
E non è tutto, dal momento che a questo aumento andrà sommato il costo del trasporto! Insomma, quanto li andremo a pagare?
“La morale?- prosegue- ” Un chilo di pomodori in scatola costerà almeno il 30% in più. Ma già adesso l’olio di semi è aumentato del 50% e non sono neanche stati trasmessi tutti i prezzi al pubblico. Se la politica non troverà soluzioni intelligenti il rischio di trascinare questa incertezza nel 2023 rimarrà forte”.
Chiaramente queste parole hanno gettato nello sconforto più totale molti consumatori che ora sono seriamente preoccupati perché se si può fare a meno di qualche abito in più, lo stesso non si può dire del cibo!
Inoltre c’è da dire- per dovere di cronaca- che gli aumenti hanno colpito tutta quanta la filiera agroalimentare. Gli agricoltori per le operazioni colturali – ha spiegato chiaramente la Coldiretti – sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione.
Questa la comunicazione ufficiale: “L’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%). L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi e il gasolio per le imbarcazione con oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante”.
Inoltre Davide Trombini, Presidente di Fiesa Assopanificatori Confesercenti, ha parlato del prezzo del pane, alimento fondamentale dei pasti degli italiani. E anche qui si parla di aumento!
“I prezzi all’ingrosso delle farine di grano tenero hanno chiuso l’anno (i mesi di novembre e dicembre) con incrementi superiori al 30%, quelli delle semole di grano duro con aumenti vicini al 90%. Oltre a questi, il 2021 è stato un anno di forte aumento per le tariffe, che non si sono arrestate nel 2022, portando la componente energetica a raddoppiare la propria incidenza sulla struttura dei costi aziendali”.
E i consumatori intanto iniziano a farsi i conti in tasca prima di scrivere la lista della spesa…