WhatsApp non smette mai di nascondere la sua natura insidiosa, trattandosi sempre e comunque, anche se da parecchi sottovalutato dal momento che non si palesa propriamente come tale ma più come una sorta di App di messaggistica istantanea, di un Social Network. Pertanto è facile che con esso “vengano a galla” le varie e più disparate trappole disseminate nella Rete. E una di queste sembra essere un semplice e banalissimo messaggio del quale molti non hanno-forse- nemmeno fatto caso…
Una comunicazione di routine per molti o una semplice formalità. E così l’hanno anche ignorata. Ma essa nasconderebbe- in realtà- qualcosa di molto insidioso che non andrebbe affatto sottovalutato. Di che cosa si tratta e come correre ai ripari?
Ecco la comunicazione che non bisognava sottovalutare
“Nella nostra Informativa sulla privacy, ti forniamo maggiori informazioni su come utilizziamo i tuoi dati. Scopri di più”, questa comunicazione è stata ricevuta da milioni di utenti europei da parte di WhatsApp.
A partire dal 18 febbraio la notifica è apparsa al primo utilizzo dell’app ma la maggioranza dell’utenza avrà semplicemente ignorato il messaggio, non reputandolo importante, e nel farlo ha compiuto un grave, gravissimo errore. Per quale motivo? Perché esso avrebbe- dati alla mano- un peso specifico non trascurabile!
Dietro ci sarebbe-in realtà- una questione molto seria
Quella comunicazione è -infatti- la conseguenza diretta della lettera formale ricevuta da Mark Zuckerberg in cui il belga Didier Reynders, Commissario Europeo della Giustizia, chiedeva spiegazioni su come vengono condivisi i dati degli utenti europei con i partner commerciali, soprattutto americani.
Insomma, dietro il messaggio che negli ultimi giorni viene mostrato a chi utilizza WhatsApp, c’è- in realtà- una questione molto seria. Una sorta di un braccio di ferro tra l’Unione europea e Meta, la società che gestisce le app di messaggistica istantanea di Zuckerberg.
Uno scontro che prevede già alcuni retroscena
Tra i precedenti di questo scontro, davvero molto tosto, “pendono” già la multa record da 225 milioni dell’Ue per violazione delle leggi della privacy e la reazione di Meta, che ha minacciato la possibilità di ritirare WhatsApp, Facebook e Instagram dall’Europa. Ma a quanto pare ciò non accadrà, dato che “in ballo” c’è una fetta importante del fatturato di Meta che non può essere assolutamente compromesso, ora più che mai.