La dottoressa Tiziana Stallone è una biologa e nutrizionista che approva la Dieta del digiuno intermittente. Ecco cosa ne pensa. “Digiunare per un lungo periodo può favorire la rigenerazione cellulare e la perdita di peso”. Ma cos’è, come si esegue, quali sono i rischi?
Seguire un digiuno per 16 ore mangiando solo per le successive 8 ore rappresenta un metodo alimentare volto a detossinare l’organismo e perdere peso. Un metodo molto in voga tra i vip come Miranda Kerr, Nicole Kidman e Jennifer Aniston che hanno dichiarato di seguire quello che è diventato ormai uno stile di vita.
Ma cos’è esattamente? Fa davvero bene digiunare per un periodo così lungo o ci sono dei rischi per la salute? La dottoressa Tiziana Stallone, in un’intervista a Fanpage.it, ha dichiarato:
“La dieta a intermittenza o del digiuno intermittente è un metodo che si contrappone a quello che abbiamo utilizzato fino ad oggi, che si basava sulla restrizione calorica e sul mangiare poco e spesso. Questa dieta prevede delle pause di diversa durata dall’alimentazione e dei dei pasti programmati. Ci sono tantissimi studi scientifici favorevoli al riguardo, anche se ovviamente la letteratura in questo campo, rispetto all’alimentazione mediterranea o a diete più equilibrate, è decisamente più scarna”
Fare il digiuno a intermittenza non significa saltare il pasto, abitudine sconsigliata dai nutrizionisti, ma di organizzarsi in modo da mangiare solo nelle 8 ore che sono previste per il pasto.
“La dieta a intermittenza è diversa da tutte le diete su cui abbiamo lavorato fino ad ora. Abbiamo sempre immaginato che il miglior modo per dimagrire fosse appunto mangiare spesso perché durante la digestione il corpo brucia energia ed evita così di far ricorso alla massa muscolare (cosa che accade durante i lunghi periodi di digiuno)”.
La Dieta del digiuno intermittente ricorda quella mima digiuno che serve a stimolare il ricambio cellulare e aumentare la qualità e la durata della vita.
“La base scientifica della dieta del digiuno intermittente – ribadisce la dottoressa – è buona e condivisibile. Di fatto durante la pausa, abbiamo anche una pausa ormonale e in particolare una pausa insulinica (l’ormone che ci aiuta a mettere grasso). E abbiamo soprattutto anche un alleggerimento dei processi metabolici. Questa pausa ci aiuta anche nel rinnovamento cellulare, nel rinnovamento dei corpuscoli cellulari, e nella rigenerazione mitocondriale”
Nel periodo di pausa alimentare, l’organismo entra in una fase di detox per un’azione purificante prima di riprendere il normale percorso nel periodo successivo.
“Di fatto questo digiuno favorirebbe l’incremento di alcuni ormoni anabolici e l’aumento di massa muscolare. In sintesi ci sono sicuramente degli aspetti positivi derivanti da questo regime alimentare”.
Mettere in atto il digiuno a intermittenza può rivelarsi, talvolta, complicato. Questo perché mangiare è simbolo di convivialità e non solo di mera sopravvivenza, come dice la dottoressa.
“La questione è proprio l’applicabilità. Perché se è vero che la pausa ormonale è un fattore positivo, come lo è anche la rigenerazione cellulare è anche vero che con questo tipo di dieta si rischia di perdere la spontaneità dell’alimentazione. Si predilige l’attenzione a contare le ore di digiuno rispetto a quello che può essere l’equilibrio e l’armonia di stare insieme in un momento di convivio. Immaginiamo che durante le 16 ore di digiuno andiamo a far visita a dei nostri amici, possiamo privarci del piacere di un aperitivo o di una cena per prediligere il tecnicismo dietetico?”
Inoltre chi ha problemi psicologici di depressione o ipersensibilità, potrebbe riscontrare problematiche nell’applicazione di tale metodo nutrizionale. In alcuni casi potrebbe accadere che dopo il periodo di digiuno, questi soggetti, sono tentati di buttarsi sul cibo rischiando un eccesso alimentare e senza alcun criterio.
“Il mio parere è digiuno intermittente sì, ma se e solo se, guidato da un professionista e per un periodo di tempo relativamente limitato. L’obiettivo è trovare un metodo alimentare che che ci faccia sentire appagati e che sia sostenibile anche durante la nostra vita quotidiana”.