La criminologa si è aperta con Serena Bortone sul lavoro ma anche sulla vita privata, la famiglia e il suo passato sentimentale.
Roberta Bruzzone è stata ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, il talk show pomeridiano di Rai Uno. Nel salotto della giornalista, la Bruzzone ha parlato del suo lavoro, di alcuni dei casi giudiziari più eclatanti di cui si è occupata e ache della sua famiglia, della salute del padre e di una sua storia passata, arrivata in un momento di profonda crisi.
Roberta Bruzzone: “Entro nella mente degli assassini”
Della sua passione per la criminologia ha spiegato che “La parte più oscura dell’animo è quella in cui mi trovo più a mio agio. Per me non è un problema, quel tipo di dinamica non mi spaventa. Riesco a entrare nel funzionamento soprattutto di chi commetti atti estremi con una preoccupante facilità”.
Ha poi citato alcuni casi giudiziari che l’hanno vista coinvolta dal punto di vista professionale, come l’omicidio di Meredith Kercher e il processo mediatico di cui sono stati oggetto Raffaele Sollecito e Amanda Knox, poi assolti in maniera definitiva dalla Cassazione.
L’omicidio Sarah Scazzi: “Sabrina Misseri manipolatrice”
O come l’omicidio di Sarah Scazzi, che la vide consulente della difesa di Michele Misseri: a questo proposito ha parlato della figlia di quest’ultimo, Sabrina Misseri, attualmente in carcere condannata per aver ucciso la cugina Sarah, e ne ha messo in luce la condotta manipolatoria, volta a sacrificare il padre pronto a prendersi la colpa per troppo affetto nei suoi confronti.
La morte della nonna: “Finii vittima di un manipolatore”
Quello della manipolazione è un argomento che Roberta conosce bene visto che anche lei è stata vittima di un manipolatore diversi anni fa in un momento in cui era molto fragile: “Avevo appena perso mia nonna, e anche la personalità più solida quando perde un punto di riferimento così forte, può vacillare.”
Questa persona si era proposta alla criminologa come la soluzione a tutte le sue inquietudini. Il prezzo da pagare però era altissimo e rendersi conto del male che le stava facendo è stato un lungo percorso, durato circa due anni. Per fortuna, Roberta Bruzzone è riuscita a uscire da quella situazione che avrebbe potuto portare a conseguenze gravi.