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Lifestyle

Dieta, 11 cibi velenosi che mangi abitualmente e non sai: eccoli

Published by
Laura Gorini

Forse noi non lo sappiamo, ma esistono cibi, nella incontenibile quantità che ci offre la natura stessa, che noi diamo per scontato dal momento che sia la natura a procrearli e a servirli in quanti frutti che siano perfettamente sani. E- invece- talvolta non è affatto così!  Catalogarli tutti quanti sarebbe impossibile, ma è disponibile una lista dei primi 11 che possono facilmente giungere sulle nostre tavole e che noi dovremmo- pertanto- evitare!

Quali possono essere i cibi “ingannevoli” che noi magari abbiamo sempre fagocitato da una vita ignari, che invece- celano dei veleni parecchio dannosi per il nostro organismo e che pertanto sarebbe opportuno limitare, se non magari del tutto cancellare dal nostro regime alimentare?

Ciliegie, funghi e noce moscata, da consumare con moderazione

Ciliegie.  Se vi piacciono le ciliegie attenti ad evitare, anche accidentalmente, di ingoiarne il nocciolo: questo contiene l’ acido cianidrico che è  un potente veleno largamente presente nel regno vegetale che ostacola il trasporto dell’ossigeno da parte del sangue. Niente paura, però: la polpa delle ciliegie è totalmente innocua.  Inoltre l’ acido si libera solo se si danneggia il nocciolo con i denti o se lo si ingerisce!

Funghi. Da crudi, anche quelli commestibili contengono tossine termolabili che evaporano cioè in cottura, a circa 80° ma  che possono creare difficoltà digestive, anche piuttosto evidenti per via della chitina che è contenuta nella loro membrana cellulare. Pertanto è bene consumarli cotti e mai in grande quantità!

Noce moscata. Aggiunta in quantità moderata dà sapore e carattere ai ripieni, ma con lei è bene non esagerare! Contiene- infatti- miristicina, una sostanza neurotossica che, se assunta in quantità elevate, può provocare  allucinazioni e – addirittura- bruttissime convulsioni.

Pomodori, patate, mandorle mele, attenzione ad alcuni componenti…

Pomodori. Consumatene con moderazione perché contengono la solanina, una sostanza a bassa tossicità che la pianta produce come naturale pesticida. Elevate quantità di essa sono contenute nel  fusto e nelle  foglie dei pomodori, che, pertanto, non sono commestibili e vanno scartati.

Patate. Diverse tossine, come la già citata solanina, sono contenute nei germogli e nella buccia di esse : ecco perché è bene sbucciarle prima di cuocerle, stando- però- anche ben  attenti a rimuovere la parte verde ove  la solanina si concentra in maniera più netta e decisa. Meglio evitare del tutto poi  le patate che appaiono verdi anche prima di essere sbucciate: contengono infatti valori di solanina che arrivano fino a 100 mg/100 g, e l’alcaloide tossico non viene eliminato nemmeno con la cottura!

Mandorle. Sono un alimento altamente energetico e salutare per il nostro corpo, ma quelle amare andrebbero evitate o consumate in quantità  davvero minima. Contengono -infatti- elevate quantità di amigdalina, una sostanza che nell’organismo produce acido cianidrico da cui- è doveroso sottolinearlo per dovere di cronaca-  si ottiene il velenoso cianuro. Si stima- inoltre- che la dose letale di mandorle amare sia, per un uomo, di 50 o 60 di questi frutti.

Mele. Sono piene di vitamine e hanno un elevato potere antiossidante ma quando si mangiano è bene rimuoverne i semi dal momento che  contengono amigdalina, la stessa sostanza tossica presente nelle mandorle amare. Sono letali solo se ingeriti in grande quantità ma possono anche provocare sbalzi d’umore e difficoltà respiratorie.

Attenzione ai fagioli, rabarbaro, sambuco e pesce palla!

Fagioli. Cotti sono un alimento nutriente e ricco di proteine, che può  anche  sostituire la carne senza immettere colesterolo nell’organismo. Ma crudi sono velenosi: contengono -infatti -una tossina detta fitoemoagglutinina, i cui sintomi da avvelenamento sono nausea, vomito e diarrea. Prima di cuocerli è  opportuno  lasciarli in ammollo per un paio d’ore ed eliminare poi l’acqua utilizzata prima della cottura. La FDA americana- pensate- consiglia addirittura 5 ore d’ammollo a 100 °C.

Rabarbaro. È comunemente usato in pasticceria,  ma solo lo stelo di questa pianta è commestibile. Le sue foglie sono- infatti- ricchissime di acido ossalico, una sostanza dagli elevati poteri lassativi che influisce negativamente sulle funzionalità renali.

Sambuco. Con i suoi fiori si ottengono gustosi sciroppi, mentre le bacche, rigorosamente cotte, sono utilizzate per confezionare gelatine e marmellate. Ma fiori e frutti sono le uniche parti commestibili del sambuco, le cui parti verdi e la corteccia sono -invece- molto ma molto velenose. Anche l’eccessivo consumo dei prodotti edibili a base di sambuco è sconsigliabile dal momento che  potrebbero provocare diarrea.

Pesce palla.  Come molti sapranno è  considerato una prelibatezza nelle cucine giapponese, cinese e coreana. Un solo milligrammo delle tetrodotossine e delle neurotossine contenute in fegato, ovaie, intestino e pelle di questo pesce, è sufficiente a uccidere un uomo. Per questo motivo in Giappone può cucinarlo solo ed esclusivamente  chi possiede una speciale licenza che si ottiene in 2 o 3 anni di scuola  sia pratica che teorica.