Nuovo pericolo sanitario per quanto riguarda l’Africa subsahariana. Difatti è stata ipotizzata già un’infezione -a dir poco massiccia- e decisamente molto ma molto preoccupante per quanto riguarda la popolazione femminile del luogo. E così è stato di allerta. Ma c’è anche chi si sente comunque invulnerabile. I sintomi e gli aiuti da parte degli altri Paesi più sviluppati.
Allarme in SudAfrica per via di una nuova emergenza sanitaria che sembrerebbe colpire perlopiù la popolazione di sesso femminile. In che cosa consiste? In alcuni vermi letali, presenti nell’ acqua. Ma per gli abitanti locali pare non esserci soluzione. L’acqua pulita e potabile per loro è quasi un miraggio! Le testimonianze, davvero forti e toccanti.
In SudAfrica è allarme, un nuovo nemico mortale per le donne
Un nuovo nemico invisibile, pressoché sconosciuto e letale. In Zambia, dei vermi parassiti presenti nell’acqua depongono uova all’interno dei corpi femminili, “causando effetti fatali”.
Harrier Barber, reporter di Telegraph che si occupa di salute a livello globale, scrive che in questa regione i vermi trematodi sono endemici. Vengono rilasciati dalle lumache d’acqua dolce, cercano “un ospite” e per farlo si intrufolano sotto la pelle. Una volta giunti nel flusso sanguigno, si spostano attraverso gli organi, portando a conseguenze mortali.
Pare che oggi nell’ Africa subsahariana, come ipotizza l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che 56 milioni di donne e ragazze siano state infettate e siano anche alle prese con le schistosomiasi genitale femminile (Fgs), più nota come bilharzia o febbre da lumaca.
Una malattia- all’onor del vero- normalmente curabile, ma vista la povertà del luogo e dalla mancanza di risorse presenti in loco davvero dura da mettere in pratica.
C’è anche chi si sente invulnerabile e chi non può utilizzare altra acqua
Ma nonostante questo reale e grave pericolo, c’è ancora una congregazione religiosa che si riunisce anche con una certa frequenza sulle rive del fiume Kafue, nel quale- lo diciamo chiaramente per dovere di cronaca- si trovano i parassiti e, pur sapendo di essere in pericolo, i membri credono di essere invulnerabili.
“Non può toccarci perché siamo venuti per pregare” – ha affermato con un certo la leader del gruppo, con una grande croce dipinta su un mantello bianco .
La donna ha poi proseguito dicendo: “Abbiamo la protezione di Dio”.
Inoltre c’è anche da dire che per numerose persone, comunque, stare a contatto con l’acqua infetta fa parte – purtroppo- della loro quotidianità.
Fiumi, laghi e pozze d’acqua, anche se altamente nocivi, sono assolutamente fondamentali per lavare i vestiti e gli utensili, pescare e lavarsi.
Moono Simushi, 39 anni, abitante di Livingstone, alle prese con la febbre da lumaca dall’inizio di quest’anno, al Telegraph ha raccontato di aver contratto la malattia da una pozza d’acqua, sita vicina alla sua abitazione.
Queste le sue drammatiche e toccanti parole: “La mia fornitura d’acqua era chiusa perché non potevo pagarla. In una casa vicina c’è un tubo che perde acqua. Ha fatto una pozzanghera dove vado a lavare i vestiti e piatti, la prendo anche per fare il bagno. Ma non ho una fonte d’acqua alternativa”.
I sintomi più evidenti
Tra l’altro non esiste ancora un vaccino e il dottor Kaubula, membro dell’Oms, afferma che, nonostante siano, dati alla mano, meno comuni, i guaritori tradizionali sono ancora molto diffusi, specialmente nelle aree rurali: “È una questione culturale. Prima, quando qualcuno si ammalava, andava dai guaritori tradizionali. Soltanto ora stanno iniziando ad andare in ospedale”. Ma veniamo ai sintomi…
I sintomi della malattia dei vermi possono richiedere anni per svilupparsi e la maggior parte degli ammalati non si rende subito conto di averla contratta. Quali sono? Protuberanze rosse pruriginose dove vivono i vermi, febbre, diarrea e dolori muscolari sono i segnali d’allerta della febbre da lumaca.
Alcuni hanno dolore, pure molto forti, ai genitali e urinano sangue. Inoltre il pericolo di contrarre l’HIV o il cancro alla cervice uterina è davvero altissimo.
Molti Paesi oggi si sono mobilitati per portare aiuto alla popolazione e tra questi Giappone e Tunisia hanno avuto successo mentre – a quanto pare- i Caraibi e il Marocco sono ora come ora- come si suol dire- sulla buona strada.
Brasile, Cina ed Egitto si stanno impegnando a loro volta negli investimenti volti al controllo delle lumache e nel miglioramento reale e puntuale dell’accesso all’acqua pulita, che è un bene primario, oltre a fornire chemioterapia preventiva in età scolare.