A 50 anni dalla sua uscita nelle sale il film “Rugantino”, con protagonisti i suoi genitori, ancora commuove Rosita Celentano
La commedia musicale “Rugantino“, con le musiche del Maestro Armando Trovajoli, è uno dei capolavori, forse il più conosciuto, della coppia d’ora del teatro italiano, quella formata da Garinei e Giovannini. Rappresentato per la prima volta al Teatro Sistina di Roma il 15 dicembre 1962, “Rugantino” è un vero e proprio evergreen, un successo che non conosce confini tanto da essere stato portato in scena perfino a Broadway, nel febbraio del 1964, al teatro “Mark Hellinger”, dove per tre settimane fece il tutto esaurito.
Nel tempo, nelle varie edizioni, il ruolo del protagonista e degli altri personaggi sono stati interpretati da alcuni dei più grandi nomi dello spettacolo: da Nino Manfredi, il “primo” Rugantino”, a Enrico Montesano, che ne ha raccolto il testimone, Enrico Brignano, Valerio Mastandrea e Michele La Ginestra senza dimenticare Lea Massari, Alida Chelli e, in tempi più recenti, Sabrina Ferilli che hanno prestato il volto al personaggio di Rosetta. E come si fa a non menzionare la magistrale interpretazione di Mastro Titta, “er boia de Roma”, dell’immenso Aldo Fabrizi?
Insomma, un vero cult che ha avuto anche una trasposizione cinematografica, datata 1973, con Adriano Celentano e la moglie Claudia Mori nei panni rispettivamente di Rugantino e Rosetta.
Rosita Celentano: “Rugantino, uno dei più bei film ma per me straziante”
Sebbene siano trascorsi quasi 50 anni dalla “premiere” della sua versione cinematografica della commedia musicale firmata Garinei & Giovanni e che vede come protagonisti il “Molleggiato” Adriano Celentano e la sua dolce metà Claudia Mori, “Rugantino” non smette di commuovere, anzi di “devastarla dai pianti”, Rosita Celentano, figlia della “coppia più bella del mondo”.
Del resto, come scrive nelle didascalie a corredo della storia Instagram con cui omaggia il film i cui recitano i genitori, per la primogenita del “Re degli ignoranti” “Rugantino” è uno dei più bei film anche se straziante: aveva appena 8 anni quando Rosita, accompagnata dalla nonna e catechizzata a dovere dai genitori sul fatto che sarebbero morti per finta, quando andò a vederlo per la prima volta al cinema; eppure, a dispetto di tali rassicurazioni, quando vide il padre ricevere, sullo schermo, il primo cazzotto Rosita urlò disperata tanto che la nonna fu costretta a trascinarla fuori dal cinema e per tranquillizzarla le ribadì che era solo una finzione.
Ma oggi, che ha quasi sessant’anni, come allora, quando era solo una bambina, il finale del film in cui il padre piange, con la madre che gli confessa da dietro le sbarre del carcere di amarlo, prima che gli taglino la testa ancora le “strazia il cuore“.